Trapianto oliveto: quando farlo
L’olivo è un albero da frutto ampiamente coltivato in tutto il Mediterraneo. Probabilmente originario dell’Asia Minore e della Siria, rappresenta ad oggi una delle principali colture italiane e riveste perciò un ruolo fondamentale per l’economia del nostro Paese. D’altra parte, è proprio dalla coltivazione degli uliveti che ha origine l’olio d’oliva, simbolo del Made in Italy ed eccellenza del nostro territorio. Resistente al caldo e alla siccità, questa pianta può inoltre essere facilmente coltivata anche in vaso, in quanto non richiede particolari attenzioni. Per garantire una buona crescita dell’olivo, in particolare, è necessaria un’esposizione soleggiata e una o due annaffiature settimanali. Non solo, un’ulteriore accortezza riguarda l’eventuale trapianto della pianta, che deve essere effettuato nel momento in cui le radici fuoriescono dai fori di drenaggio del vaso.
In questo caso infatti è bene procedere spostandolo in un vaso più grande o nel giardino. La messa a dimora di una nuova pianta, invece, dovrebbe essere effettuata preferibilmente in primavera o in autunno. Tuttavia, se l’ulivo è stato acquistato presso un vivaio, lo si può mettere a dimora anche tutto l’anno, ad eccezione dei mesi invernali.
Trapiantare un olivo: cosa occorre
In ogni caso, al di là del periodo, per garantire un corretto trapianto è fondamentale che il materiale vivaistico sia di buona qualità agronomica e sanitaria e risponda ai requisiti genetici della varietà scelta. L’utilizzo di piante certificate e di piccole dimensioni (50-100 cm), con un asse principale e numerose ramificazioni secondarie, consente ad esempio una buona strutturazione della futura forma di allevamento. Non solo, un aspetto di vitale importanza è senza dubbio la parte ipogea della pianta. Avere un pane di terra con una buona presenza di radici bianche, ben ramificate e non arrotolate lungo il pane di terra, consente infatti di superare più facilmente fenomeni da stress di trapianto, che generano un cambiamento ambientale con una conseguente riduzione dell’apparato radicale e di quello areo, oltre ad una maggiore suscettibilità alle malattie e stress nutritivi/ambientali.
Trapianto olivo: come proteggere e rafforzare la pianta
E non finisce qui. Il trapianto dell’olivo può ulteriormente essere preservato utilizzando alcuni prodotti specifici, studiati per promuovere una crescita radicale più veloce. A questo proposito, noi di Ms Biotech consigliamo Rizotech plus e Dualtech Activator Plus.
Il primo è un prodotto costituito da spore vitali di funghi micorrizici arbuscolari (AM) del genere Glomus spp in formulato microgranulare. Distribuito a diretto contatto del seme o delle radici, determina una maggiore espansione dell’apparato radicale creando una simbiosi benefica con la pianta. Rizotech è quindi in grado di garantire un rapido sviluppo dell’apparato radicale, migliorando l’efficienza della pianta nell’assorbire acqua ed elementi nutritivi e incrementando positivamente la qualità e la quantità delle produzioni. In questo modo è possibile promuovere una crescita radicale più veloce aumentando in particolar modo il numero delle radici laterali. Queste ultime sono molto importanti in quanto aiutano a ridurre il tempo di esposizione a stress, consentendo l’assorbimento di acqua e nutrienti e riprendendo la crescita vegetativa per ottenere la massima produttività.
Dualtech Activator Plus
Dualtech Activator Plus, invece, è un prodotto nutrizionale organico inoculato dall’elevata concentrazione di microrganismi probiotici selezionati, legati ad una matrice organica altamente umificata. Questa linea, realizzata con l’esclusiva formulazione MICRO ACTIVE COMPLEX, favorisce uno sviluppo sano ed equilibrato delle piante e rigenera le caratteristiche fisico/chimiche e biologiche del suolo. Tutto questo è possibile grazie ad un mix di sostanze naturali dosate in modo tale da potenziare gli effetti probiotici dei microrganismi per la salute di pianta e terreno. Inoltre, la presenza del MICRO ACTIVE COMPLEX, consente la colonizzazione di spazi utili nei confronti di microrganismi patogeni e la solubilizzazione di sostanze minerali bloccate nel terreno, quali ad esempio il fosforo.